MOSTRA PIERO DELLA FRANCESCA. Indagine su un mito

PIERO DELLA FRANCESCA

INDAGINE SU UN MITO

Forlì – Musei di San Domenico

Dal 13 febbraio al 26 giugno 2016

 

L’eterna immobilità di questi solidi umani, di questi volti appena sfiorati da un’ombra di passione fa vivere nel tempo le figure di Piero della Francesca, al di sopra del caos e della mediocrità, in una pace sovrannaturale che ce le mostra ancora oggi come rivelazioni.

L’affascinante connubio tra critica e arte, tra ricerca storiografica e produzione artistica nell’arco di più di cinque secoli è il tema della mostra Piero della Francesca. Indagine su un mito. Dalla fortuna in vita – Luca Pacioli lo aveva definito “il monarca della pittura” – all’oblio, alla riscoperta.

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Solo nell’Ottocento, Piero della Francesca è oggetto di un lento recupero da parte di numerosi artisti che eseguono copie dalle sue opere o ne rielaborano i modelli, gettando le basi per un gusto artistico, letterario e cinematografico di cui la ricerca si alimenterà nel secolo successivo. Il Novecento è, infatti, il “secolo di Piero”: sia per il costante incremento portato allo studio della sua opera (affascinante, problematica e per taluni aspetti persino misteriosa) sia per la centralità che gli viene riconosciuta nel panorama del Rinascimento italiano.

Contemporaneamente, la sua opera è tenuta come modello da pittori che ne apprezzano di volta in volta l’astratto rigore formale e la norma geometrica, o l’incanto di una pittura rarefatta e sospesa, pronta a caricarsi di inquietanti significati.

Il cuore dell’esposizione di Forlì saranno alcuni dipinti di Piero, appositamente scelti per tracciare i termini della sua riscoperta. Accanto ad essi saranno in mostra opere dei più grandi artisti del Rinascimento, che consentiranno di definire i modi della formazione di Piero e il suo ruolo sulla pittura successiva.

Per illustrare la cultura pittorica fiorentina negli anni trenta e quaranta del Quattrocento (gli anni della formazione pittorica del pittore di Sansepolcro) saranno presenti opere di grande prestigio di Domenico Veneziano, Beato Angelico, Paolo Uccello e Andrea del Castagno, esponenti di punta della pittura post-masaccesca.

L’accuratezza prospettica di Paolo Uccello e l’enfasi plastica delle figure di Andrea del Castagno, la naturalezza della luce di Domenico Veneziano, l’incanto cromatico perseguito da Masolino e dall’Angelico, costituiscono una salda base di partenza per il giovane Piero. Ma la mostra vuol dar conto anche dei primi riflessi della pittura fiamminga, da cogliere negli affreschi del portoghese Giovanni di Consalvo, nei quali l’esattezza della costruzione prospettica convive con un’inedita attenzione per le luci e le ombre.

Gli spostamenti che l’artista conduce tra Modena, Bologna, Rimini, Ferrara e Ancona determinano l’affermarsi di una cultura pierfrancescana nelle opere di artisti emiliani come Marco Zoppo, Francesco del Cossa, Cristoforo da Lendinara, Bartolomeo Bonascia. Importanti sono i suoi influssi nelle Marche su Giovanni Angelo d’Antonio da Camerino e Nicola di Maestro Antonio; in Toscana, con Bartolomeo della Gatta e Luca Signorelli; e a Roma, con Melozzo da Forlì e Antoniazzo Romano. Ma l’importanza del ruolo di Piero è stata colta anche a Venezia, dove Giovanni Bellini e Antonello da Messina mostrano di essere venuti a conoscenza del suo mondo espressivo.

Nel percorso di mostra vi sarà una ricca sezione nella quale verranno esposte importanti testimonianze relative alla nuova attenzione per l’artista che si era sviluppata già nel corso dell’Ottocento: dai disegni di Johann Anton Ramboux alle straordinarie copie a grandezza naturale del ciclo di Arezzo eseguite da Charles Loyeux, fino alla fondamentale riscoperta inglese del primo Novecento, legata in particolare a Roger Fry, Duncan Grant e al Gruppo di Bloomsbury.

La mostra darà conto della nascita moderna del “mito” di Piero della Francesca anche attraverso gli scritti dei suoi principali interpreti: da Bernard Berenson a Roberto Longhi.

Il fascino degli affreschi di Arezzo sembra avvertirsi nella nuova solidità geometrica e nel ritmo spaziale di Edgar Degas. Un simile percorso di assimilazione lo si ritrova in pittori sperimentali e d’avanguardia come i Macchiaioli. Echi pierfrancescani risuonano in Seurat e Signac, nei percorsi del postimpressionismo, tra gli ultimi bagliori puristi di Puvis de Chavannes, le sperimentazioni metafisiche di Odilon Redon e, soprattutto, le vedute geometriche di Cézanne. La fortuna novecentesca dell’artista è raccontata confrontando gli italiani Guidi, Carrà, Donghi, De Chirico, Casorati, Morandi, Funi, Campigli, Ferrazzi, Sironi con fondamentali artisti stranieri come Le Corbusier, Balthus e Edward Hopper che hanno consegnato l’eredità di Piero alla piena e universale modernità.

Esposizione organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì.

Comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci

Mostra a cura di: Daniele Benati, Frank Dabell, Fernando Mazzocca, Paola Refice

Direzione generale: Gianfranco Brunelli

Ufficio stampa: Studio Esseci di Sergio Campagnolo, Padova

Tel. 049.663499 – www.studioesseci.net

www.mostrapierodellafrancesca.com

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